“
Io vi troverò” (“
Taken”, 2008, FRA/USA/GB) di
Pierre Morel
Liam Neeson (Bryan Mills), Maggie Grace (Kim), Famke Janssen (Lenore), Katie Cassidy (Amanda), Holly Valance (Sheerah)
Bryan Mills è un ex agente della CIA in pensione, tutta la sua vita è stata dedicata alla professione e ciò è andato a discapito dei suoi rapporti famigliari. La sua ex moglie, Lenore, s’è risposata con un riccone e tutto ciò che gli rimane è la volontà di dimostrare il suo affetto, condito da grande apprensione, alla figlia diciassettenne, Kim.
Bryan è quasi ossessivo con la figliola e la previsione di una vacanza in Francia lo mette in grande agitazione; peccato che madre e padre acquisito invece siano di tutt’altro avviso, vogliono che Kim faccia esperienza e appoggiano questa trasferta europea. Durante il viaggio a Parigi le paure di Bryan trovano ragione d’essere, Kim viene rapita da una banda albanese di trafficanti di donne e questo lo costringerà a tornare a fare quello che sa fare meglio..
Film fascisticizzante e “no brain” che nel suo motivo centrale (“rapture and revenge”) m’ha ricordato l’eccellente, ma più elegante film koreano, “
The Man from nowhere”. I primi quindici, superflui e noiosi, minuti concentrati sul dramma famigliare di Neeson cercano di dare un senso alla parte adrenalinica che segue. Infatti si assiste ad un tourbillon di azioni che non lasciano respirare chi guarda, il film scorre via in un attimo tra sparatorie, inseguimenti automobilistici e scazzottate, lasciando un sapore di buono in bocca. Sceneggiato da Luc Besson, che non perde l’occasione di puntare il dito sui movimenti della crescente malavita in Francia (mafia albanese), né di lanciare un monito alle giovani ragazze in cerca di avventure per il mondo, forse eccede nella stigmatizzazione del “cattivo albanese”, ed a qualcuno potrebbe dare fastidio. Liam Neeson, novello Steven Seagal, ben figura nella parte di “action man”, è credibile ed aliena su di se le simpatie dello spettatore. I cattivoni picchiano duro e sono spietati, ma lui lo è il doppio, è praticamente invulnerabile, senza paura e sempre pronto ad uscire da ogni situazione, anche la più intricata ed in più uccide una trentina di persone senza esser punito in alcun modo; “A hero never dies” direbbe Johnny To.
Se uno non sta troppo a guardare le cose che non vanno (la tipa in albergo con la flebo che fine ha fatto? Un alto funzionario viene aggredito in casa ma Liam continua a farsi i cavoli suoi senza che nessuno lo fermi? Come riesce tornare negli USA dopo quel che ha combinato? L’amica un po’ “facile” è morta? Chissenefrega, no?) allora si troverà davanti ottimo intrattenimento. Le scene del rapimento e del container sono di buonissimo impatto. Pierre Morel, già autore dell’interessante “
Banlieue 13”, confeziona una pellicola tesa ed intrigante che in Italia non gireranno mai poiché troppo impegnati con stupide commedie (caciarone o sentimentali).
Curiosità: in una delle scene finali si vede Neeson combattere contro uno sgherro che usa un cortellino curvo, il karambit, tipica arma del sud-est asiatico, che si può vedere anche nei film “
Ong-Bak 2” e “
The man from nowhere”.
Il film ha incassato al cinema la bellezza di 226 milioni di dollari.
VOTO 7
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), me lo procurerò.