FUROREAutore: John Steinbeck
Edizioni: Bompiani
Pagine: 474
1° edizione originale: 1939
La pellicola scorre lenta e ci proietta in una terra infinita, assolata, asciutta, polverosa.
La vita è dura, lo è sempre stata. I campi non sempre danno ciò che promettono, si fatica a tirare avanti...
A quest’eterna difficoltà se ne aggiunge un’altra, la più terribile e devastante, contro la quale niente è possibile: il progresso.
La macchina che schiaccia l’uomo e lo costringe ad estraniarsi dal suo mondo, dalla terra che è sempre stata la sua casa, il suo unico bene, la sola fonte di sostentamento.
Si vende tutto ciò che si ha, ottenendone un niente. Ma c’è bisogno, si deve farlo. Per sopravvivere non c’è altro modo. Ci si mette in viaggio su mezzi di trasporto senza nessuna garanzia, se non la speranza, verso quei terreni tanto fertili e ricchi di promesse per il futuro, un futuro forse migliore che si chiama California.
E’ la strada a farla da padrona, le lunghe distanze da percorrere, la stanchezza mai placata, i bisogni mai totalmente soddisfatti.
Ci si fa forza, si tira avanti, senza pensare troppo... perché non c'è tempo per dare spazio ai pensieri… nemmeno nei momenti più bui, quando l’angelo nero della morte ci strappa via i nostri cari…
Bisogna occuparsi degli altri, della famiglia che ancora c’è, di quelli che respirano, hanno sete, fame, bisogno di cure.
Quella che ci attende è una vita di lotta... perché la miseria e il bisogno non danno tregua, irrompono nel corpo e nell’anima senza lasciar spazio a nessuno sprazzo di sereno.
In migliaia calzano le stesse scarpe rotte, hanno gli stessi stomaci ululanti di fame. Per placarla questa fame bisogna guadagnarselo il pane, umilmente, anche soggiacendo a proprietari meschini, adattandosi a remunerazioni al limite dell’umana sopportazione.
Ed inevitabile il risvolto violento della miseria, la ribellione… “sulle strade la gente formicola in cerca di pane e lavoro, e in seno ad essa serpeggia il fuorore, e fermenta”...
La storia che si ripete... ieri come oggi. Un affresco della depressione americana degli anni ’30 che non potrebbe essere per moltissimi aspetti, purtroppo, più attuale.
Disperazione, miseria, abbandono, fame, desolazione... un buio nel quale una luce di speranza chiamata forza, coraggio, solidarietà, compassione non smetterà mai di brillare...
“Sconfortante sarebbe notare che l’Umanità rinuncia a soffrire e morire per un’idea; perché è questa la qualità fondamentale che è alla base dell’Umanità, questa la prerogativa che distingue l’uomo dalle altre creature dell’universo”.
“… perché due uomini insieme sono sempre meno perplessi di un individuo solo. E da questo primo “noi”trae origine un altro, e maggiore, pericolo, che è rappresentato dalla somma dei due termini”….. “Questo l’obiettivo che dovete bombardare: questa transizione dall’ “io” al “noi””.
Un libro che mi ha conquistata appieno, uno stile scorrevolissimo, una storia talmente vera e potente che non può non toccare... ed un finale ricco di pathos tra i più belli mai letti...
Voto: 8