LE TIGRI DI MOMPRACEMAutore: Emilio Salgari
Data di edizione: 1884
Genere: avventura- È là - mormorò egli, dopo alcuni istanti di contemplazione. - Strano destino, che mi spingi laggiù, dimmi se mi sarai fatale! Dimmi se quella donna dagli occhi azzurri e dai capelli d'oro che ogni notte conturba i miei sogni, sarà la mia perdita! ...”Basta poco per tornare indietro nel tempo, per tuffarci in quei ricordi che teniamo gelosamente custoditi in una parte segreta della nostra anima. Ricordi confusi, spesso dai contorni poco chiari, come una tenue e dolce nebbiolina che scende lentamente davanti ai tuoi occhi e t’impedisce di vedere ciò che ti circonda.
Ma è proprio questo il bello dei ricordi, riaffiorano dal nulla, spariscono come le cose brutte, ma alla fine ti lasciano dentro una sensazione di benessere, di pace e di tranquillità che prima non avevi.
A me perlomeno succede sempre così ed è un qualcosa a cui ho bisogno di aggrapparmi, come ai sogni, per continuare a vivere, per continuare a sperare che anche per me, un domani, ci sarà amore, affetto e meno solitudine.
I ricordi mi danno speranza, mi danno forza, mi danno gioia…ed è bastato un libro per farmi tornare alla mente tanti bei ricordi che tenevo sopiti dentro di me. Tanti ricordi, tutti un po’ sbiaditi, ma che mi hanno permesso di ritornare a sorridere e ne avevo bisogno, un disperato bisogno, Dio solo sa quanto.
Ricordo serate trascorse in famiglia davanti alla tv a vedere Sandokan, la bellissima serie televisiva,,,mi è capitato di rivederla qualche tempo fa, ma non è stata la stessa cosa, come succede per le vecchie serie animate, sono cambiati i miei occhi, è cambiata la mia vita, è cambiata la mia età, la mia fantasia così leggera, spensierata che ormai non esiste più, affogata in un mare di problemi, di delusioni e di dispiaceri.
Ricordo con piacere quelle serate, trascorse tutte insieme, cosa che ormai capita di raro nelle attuali famiglie italiane, non capita più di guardare la televisione tutti insieme, non c’è più quell’attesa, quell’ansia, quel sogno, quelle emozioni…tutto è scomparso, tutto…
Quel sogno di diventare come lui, quel bellissimo eroe severo, ma in fondo buono, così inflessibile, ma capace di grandi slanci d’amore, quelle isole lontane nelle quali desideravo trascorrere la mia vita, quel mare azzurro in cui perdermi per sempre e l’amore, anche se questo è un sogno che coltivo soltanto adesso…
Sono passati davvero tanti anni, io sono cambiata, come molti ho perso quella spensieratezza, quell’allegria, quella felicità che accompagna i bambini, avevo tanti sogni, tanti pensieri che a quell’età sembravano immensi, ma che ora sono andati completamente perduti, così come si perdono molte cose quando il tempo trascorre inesorabile portandosi via con sé sogni, desideri e speranze.
Purtroppo i ricordi devono rimanere tali, non si può rovinarli…io ho fatto questo sbaglio, ho iniziato a leggere questo libro dopo venticinque anni solo per rivivere quei giorni, per ritornare a quei tempi, per trovare un modo per scappare da questo mio vuoto e solitario presente, ma ho rischiato di distruggere questi miei preziosi ricordi, così ho deciso di chiudere un attimo questo libro, di riaprirlo e di iniziare a leggerlo con occhi diversi, non gli occhi dei ricordi, ma quelli di un’adulta che non potrà mai più tornare bambina.
Ogni tanto ritornavano alla mente questi ricordi, ma sono riuscita a scacciarli, tranne uno, quello della fantasia e mi sono ritrovata a ridere, a gioire di nuovo di quella storia così semplice ma immensamente ricca di fantasia, quella fantasia che muore a poco a poco ogni giorno, tra mille pensieri, tra mille cose da fare, tra mille corse qua e là.
Una lettura semplice, lineare, velocissima, ma non per questo priva di fascino. Di solito si dice che nei libri un lettore ritrovi sempre ciò che desidera, beh, io in quel momento desideravo, anzi avevo assolutamente bisogno di avventure meravigliose, di natura incontaminata, di fitte foreste e soprattutto di amore, quell’amore vero, che è disposto a tutto per te, che non ti chiede nulla.
Tantissimi personaggi, tantissime situazioni raccontate con precisione, con passione, con una minuziosità quasi spaventosa(e pensare che Salgari non si allontanò mai dall’Italia, non visitò mai quei luoghi da lui così perfettamente descritti)…questo è il potere della fantasia, può rendere possibile anche l’impossibile.
Salgari avrebbe meritato molta più cosniderazione di quella che ebbe in vita, una vita travagliata la sua, vissuta sempre ai limiti della povertà, senza mai aver ricevuto un riconoscimento, sfruttato a morte dai suoi editori e portato lentamente all’uccisione di sé stesso.
A molti sembrerà un libro banale, adatto più a un pubblico di ragazzini, ma un libro per me non è solo questo, un libro come una canzone è soprattutto emozione, è soprattutto ciò che riesce a trasmetterti e a me ha trasmesso tanta gioia, mi ha regalato tanti sorrisi, ha aperto un piccolo spiraglio di luce in questa mia grigia esistenza e questo per me vuol dire molto.
Lui non appartiene alla letteratura minore, quella dei ragazzi, perché una letteratura minore non esiste, esistono solo i libri e coloro che li leggono.
Mi dispiace davvero molto vedere ancora oggi la mancanza di rispetto nei confronti di questo autore, un autore che mi ha sempre regalato molto e che avrà sempre, per quel poco che possa valere, un posto speciale nel mio cuore, perché nomi come Sandokan, Yanez e Marianna avranno sempre un posto privilegiato nei miei ricordi.
Leggetelo e magari, se potete, rivalutatelo, se lo merita.
Voto: 8