RESERVATION ROAD, Terry George

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view post Posted on 12/12/2012, 17:55
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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RESERVATION ROAD(USA 2007) di Terry George con Joaquin Phoenix, Mark Ruffalo, Jennifer Connelly.

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Perdere un figlio è uno dei dolori più immensi che l’essere umano possa mai sopportare, soprattutto quando l’assassino di tuo figlio non ha un volto, non ha avuto la giusta punizione…ed ecco che allora ti ritrovi lì, giorno dopo giorno, chiedendoti cosa fare per non rischiare di impazzire, chiedendoti se quell’immenso dolore che ti attanaglia ti abbandonerà mai, chiedendoti se la cosa più giusta non sia quella di farsi giustizia da sé, visto che le autorità e tutti coloro che ti circondano ti hanno abbandonato.
Sono gli interrogativi che si pone Ethan Learner(un intenso Joaquin Phoenix), un professore sposato con Grace e padre amorevole e felice di Josh ed Emma.
La sua vita e il destino della sua famiglia s’incrociano con Dwight Arno(un altrettanto intenso Mark Ruffalo), avvocato separato dalla moglie(che, per pura casualità, è l’insegnante di musica dei fratellini Learner) e padre part-time di Lucas.
Le loro vite s’intersecano sulla Reservation Road, quando Dwight, nel tentativo di schivare un camion, investe e uccide sul colpo il piccolo Josh.
Sotto shock e incapace di reagire, Dwight fugge via, lasciando il povero Ethan a piangere sul corpo del figlio sul ciglio della strada.
Dopo i funerali del bambino, i coniugi Learner provano a ritornare alla normalità, alla loro vita di sempre, ma mentre Grace trova una via d’uscita nell’amore per la piccola Emma, Ethan rimane ossessionato da quell’incidente e cerca in tutti i modi di trovare l’assassino di suo figlio per vendicarsi.
Tratto da una novella di John Burnham Schwartz, è una dolorosa e lancinante disanima sulla solitudine dell’essere umano di fronte a quei terribili drammi che, non capiremo mai il perché, ci colpiscono senza alcun preavviso.
Il dolore del padre è in primo piano, un dolore distruttivo, che trova conforto solo nel pensiero della vendetta, l’unico modo per trovare un rifugio da quell’immensa pena che lo sta fagocitando giorno dopo giorno.
Ovviamente non manca da parte del regista un’accusa contro il permissivismo dei cosiddetti “delitti su strada”, che molto spesso premiano i colpevoli(sono davvero pochi gli investitori che vengono reperiti e assicurati alla giustizia) e distruggono la memoria delle vittime e la vita dei loro cari.
Un film su cui si dovrebbe riflettere molto, un film che lascia il segno, ben ambientato(i paesaggi del Conneticut sono un’autentica meraviglia) e ancor più ben interpretato.

Voto: 7
 
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