sergio937 |
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| STORIA UNIVERSALE DELL'INFAMIA di Jorge Luis Borges
Come al solito lo scrittore argentino sceglie la sintesi e riunisce una serie di scritti brevissimi che vertono su personaggi e fatti realmente esistiti o narrazioni relative a aneddoti filosofici e teologici poco conosciuti dalla massa, e dispiega al meglio la sua enorme erudizione, la sua sottilissima ironia e il gusto della modifica "apocrifa" (è sempre difficile capire quando sta davvero citando qualcosa scritto da altri, o quando invece è lui l'autore e la "fonte letteraria" alla quale si riferisce è solo un artificio simile, ad esempio, al fittizio manoscritto che avrebbe ispirato il romanzo di Manzoni). Nei primi racconti Borges quasi tesse un elogio di alcuni personaggi infami che a modo loro hanno reso più variegato l'insieme dei fatti e degli eventi che compongono l'umana storia. A un certo mette in gioco addirittura se stesso nel racconto "Hombre en la Esquina Rosada", volutamente scritto in una lingua assai più vicina al gergo argentino di strada che non allo spagnolo letterario. Successivamente da spazio a storie da Mille e Una notte (semplicemente copiate o inventate o modificate?) Come spesso accade per Borges è difficile stabilire se si possa parlare di un saggio o di narrativa. In fondo è a metà strada tra i due generi. Chi ama la sua scrittura e il suo stile lo deve assolutamente leggerlo.
VOTO 7,5
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