BIANCA COME IL LATTE ROSSA COME IL SANGUE, Alessandro D'Avenia

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view post Posted on 8/4/2013, 15:27
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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BIANCA COME IL LATTE ROSSA COME IL SANGUE

Autore: Alessandro D'Avenia
Data di edizione: 2010
Genere: drammatico


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“Anche chi pensa di non amare nulla ama qualcosa. E i suoi pensieri vanno lì, senza che se ne renda conto. Il punto non è se amiamo o no, ma cosa amiamo.”


Cosa fare per far diventare il proprio manoscritto un caso letterario? Scrivere una storia d’amore tra adolescenti, ostacolarla con il devastante potere della malattia, infilarci qualche frase a effetto et voilà, il gioco è fatto.
Tanti scrittori hanno fatto la loro fortuna con questo metodo, ora è la volta di Alessandro D’Avenia, un trentaquatrenne docente di lettere.
Sono giunta a questo libro per puro caso, oggi pomeriggio, durante un servizio al telegiornale in cui si parlava del film di Giacomo Campiotti con protagonista Luca Argentero(in realtà la mia attenzione era tutta incentrata su di lui), tratto proprio da questo romanzo e così me lo sono procurato, leggendolo in pochissime ore…beh, come scritto altre volte, se l’editoria italiana deve basare la sua sopravvivenza su questi testi, stiamo davvero freschi.
Leo è un ragazzo di sedici anni. Come la maggior parte dei suoi coetanei ha in mente soltanto tre cose: il calcio, le corse in motorino e le ragazze.
Frequenta il liceo e, come la maggior parte di noi alla sua età, detesta la scuola, detesta i professori, detesta studiare e non vede l’ora di diventare adulto(grande errore questo, grande errore…).
Solo un insegnante riesce a catalizzare la sua attenzione, è il nuovo docente di filosofia, giovane, brillante e simpatico e, soprattutto, un sognatore, proprio come lui.
La sua vita trascorre serena tra uscite con gli amici e compiti e interrogazioni da affrontare fino a quando nella sua vita non irrompe Beatrice, di cui s’innamora quasi a prima vista.
Un amore destinato a durare poco il loro…Beatrice, dopo pochi mesi, si ammala di una grave forma di leucemia e viene ricoverata in ospedale.
Sarà proprio grazie a lei che Leo scoprirà il vero senso della vita, il senso di tutto ciò che lo circonda, il vero senso dell’amore, il senso di tutto ciò che il suo amato professore, il Sognatore, gli insegna giorno dopo giorno, quello di continuare a credere nei propri sogni, nelle proprie aspirazioni di vita, senza arrendersi mai.
C’è chi ha paragonato questo romanzo a uno dei tanti libri di Federico Moccia…mi sembra francamente un paragone ingiusto(i libri di Moccia, a mio modesto parere, sono di un livello inferiore), anche se, a essere sinceri, non è che se ne discosti poi molto, stessa trama, stesso target a cui è rivolto, stesso stile…il fatto è che questi nuovi autori non hanno proprio idee, non hanno più la passione per la scrittura, oramai si scrive solo per il proprio tornaconto personale, solo pensando a quanti soldi ci si possa guadagnare sopra, non si scrive più per il gusto di farlo e i risultati sono poi questi, cloni e cloni di romanzi che, alla fine, ci dicono tutti la stessa cosa, che la vita è bella, che i sogni vanno inseguiti e realizzati, che l’amore trionfa sempre su tutto, anche sulla morte, cose che, chiunque abbia superato l’età della ragione, sa già per conto suo e non ha bisogno di un tizio che arriva dal nulla e si fa spacciare per dispensatore di verità assolute.

Comunque, vediamo un po’ di analizzare ciò che non va.

1)La trama.
La classica storia alla tragedia shakespeariana, alla Romeo e Giulietta, un amore puro e sincero tra due adolescenti destinato a finire in modo tragico, la presenza di una grave malattia come il cancro, il male del secolo, che scuote l’opinione pubblica e la sensibilità di molti lettori…quanti ne abbiamo letti di libri simili e quanti ne abbiamo visti di film con le stesse tematiche? Troppi, decisamente troppi e non ne sentivamo affatto il bisogno di averne un altro.

2)I personaggi.
D’Avenia ha recentemente rilasciato in un’intervista di essersi ispirato, per il personaggio del professore sognatore, a John Keating, il professore interpretato da Robin Williams nel capolavoro di Peter Weir, “L’attimo fuggente”…niente di più banale anche in questo caso, senza parlare poi dei protagonisti principali, il classico adolescente un po’ sbruffone ma con l’animo pieno delle insicurezze e dei timori tipici di quell’età, la classica ragazza timida innamorata del protagonista ma che lui, come sempre, non vede perché infatuato della bella e misteriosa compagna che nasconde dentro di sé un terribile segreto…anche qui niente di nuovo sotto il sole…

3) Lo stile.
Leggo che Alessandro D’Avenia è un docente di lettere…bene, visto il suo mestiere mi aspettavo qualcosa di più dal punto di vista stilistico, redigere un libro come se stesse scrivendo un tema adolescenziale, pieno di orrori(non di errori, no, proprio orrori) ortografici non mi sembra la mossa più intelligente per un professore di lettere(che dico, questo libro è rivolto ai ragazzini, scrivere come loro, in stile Facebook, Twitter, sms, chat e chi più ne ha più ne metta è un incentivo a farglielo leggere e di conseguenza a far guadagnare a lui dei bei soldoni…questo è lo scopo finale, chissenefrega dello stile, dell’amore per la scrittura, di noi orami vecchi che difronte a certi errori soffriamo nel fegato, quelle sono cose superflue, l’importante è vendere, no?).
E poi tutte quelle frasi filosofiche a effetto(non è per dire, ma adesso quanti ragazzini di sedici anni mi parlano citando Platone, Aristotele e Seneca?) messe in bocca a un ragazzino, tutte quelle frasi prese dai baci Perugina…se ne poteva benissimo farne a meno…

In sostanza un libro banale e stereotipato, il classico romanzo per adolescenti che possono così rispecchiarsi in falsi miti…non c’è niente altro da aggiungere, se non che l’editoria sta letteralmente morendo grazie a queste produzioni…quando ci sarà un’inversione di rotta? E soprattutto quando nascerà di nuovo uno scrittore che scriva solo per la passione di farlo e non per il guadagno? Non lo so e molto probabilmente non lo saprò mai, so solo che romanzi come questi stanno letteralmente uccidendo l’editoria e facendo male a coloro che la lettura l’amano sul serio.

Voto: 4.5
 
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view post Posted on 9/4/2013, 02:13
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Sapiente Malizioso
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Le tue recensioni negative, ben fatte e motivate con cura sono una di quelle cose che mi rendono felice una giornata :)
Hai ragione, di questa roba non se ne può più, basta, basta, basta..
 
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1 replies since 8/4/2013, 15:27   136 views
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