BATMAN: THE KILLING JOKE, Alan Moore

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view post Posted on 9/5/2013, 13:41
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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BATMAN: THE KILLING JOKE

Autore: Alan Moore
Data di edizione: 1988


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“Come possono due persone odiarsi tanto se nemmeno si conoscono?”

“It’s fool to remain sane”. Così cantavano nella primavera-estate del 2001 il gruppo svedese “The Ark”.
Bisogna essere folli per rimanere sani di mente, così dice il titolo di questa canzone…eh già, ci vuole proprio un pizzico di follia per rimanere sani di mente al giorno d’oggi, in questo periodo di grande crisi culturale, antropologica, spirituale che ci sta investendo in pieno.
Diciamocelo francamente, questa società fa schifo, basta guardarsi intorno per vedere solo ingiustizie, brutalità, ignoranza e allora ecco che coloro che si trovano in una posizione di forte disagio emotivo e culturale, impazziscono, facciano qualcosa di orribile, distruggendo inconsapevolmente la vita di altre persone(vedi caso Previti)
Può accadere che un uomo, apparentemente normale, un uomo comune, uno come noi, come il nostro vicino di casa, il nostro venditore di fiducia un giorno, ormai saturo di tutto ciò che vede di sbagliato intorno a lui, impazzisca e diventi il simbolo del Male, il Joker.
Evaso dal manicomio criminale, il più temibile dei nemici dell’uomo pipistrello rapisce il commissario Gordon, sparando allo stesso tempo all’amata figlia Barbara(Batgirl), costringendola per sempre a vivere su di una sedia a rotelle.
Gordon viene portato in un Luna Park abbandonato dove viene sottoposto a ogni tipo di umiliazioni e di torture, a dimostrazione di come anche un uomo tutto d’un pezzo come il commissario possa diventare un pazzo come lui se sottoposto a ogni tipo di vessazione dalla vita.
Ed ecco che contemporaneamente assistiamo a lunghi flashback che ci mostrano chi sia in realtà Joker, il suo passato da chimico fallito e da cabarettista di night ancor più fallito, un uomo finito, disperato, aggrappato a una vita che non lo vuole più solo per amore della moglie, che presto lo renderà padre per la prima volta.
Sono loro la sua unica ragione di vita, ma quando muoiono entrambi a causa di un incidente, ecco che l’uomo dal dolore si trasforma nell’essere crudele che tutti noi conosciamo, la Nemesi di Batman, suo nemico giurato, nemico giurato dell’intera umanità ma simile a lui, simile a tutti quanti noi.
Una di quelle storie che hanno cambiato l’immaginario collettivo di uno dei personaggi più amati dei fumetti, il folle e controverso Joker, il suo rapporto con Batman, un rapporto fatto di odio reciproco ma anche di attrazione reciproca, Joker altro non è che una visione deformata di Batman, la sua Nemesi appunto, il suo lato più oscuro.
Colmando finalmente la lacuna sul passato di Joker, un uomo che ha fallito ogni obiettivo nella vita, Moore lo rende finalmente protagonista di una storia tanto triste quando dolce-amara, una storia che trova i suoi momenti clou nella spettacolare evasione dal carcere da parte di Joker, alla violenta irruzione a casa del commissario Gordon(un irruzione in stile “Arancia Meccanica”), ai terribili flashback sulla vita passata di Joker fino allo sconvolgente quanto triste finale.
Alla fine Joker non fa più paura, Joker è uno di noi, un uomo che rivolge una feroce accusa contro una società che è direttamente responsabile della sua rovina, della sua follia, del suo essere criminale.
Joker non ha altre alternative, non ha altri sbocchi, è un uomo messo con le spalle al muro, come molti di noi in questo particolare momento della nostra vita.
Il suo è un modo per scappare da una realtà terribile che, prima o poi, l’avrebbe reso folle comunque, così come sta rendendo folli alcuni di noi.
Meraviglioso il finale,
con l’abbraccio tra i due sotto la pioggia, un abbraccio fra due uomini simili, due uomini frutto della stessa società menefreghista, vuota e superficiale.
Batman è uno di noi, certo, ma anche Joker lo è, anzi, lui lo è molto di più.

Voto: 9
 
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