NON TI MUOVEREAutrice: Margareth Mazzantini
Data di edizione: 2000
Genere: drammatico“Ti lascio a lei. Vi lascio vive, attaccate. Come quindici anni fa in quella clinica.”Avete presente Barbara D’Urso? Beh, questo libro sembra che sia stato scritto da lei, c’è una morbosità, una voglia di fare sciacallaggio sul dolore che alla fine ti fa venire la nausea.
Roma. 2001. Una mattina come tante, un’adolescente come tante che, come succede di solito a quell’età, pensa di essere invincibile, pensa che nulla di male le possa accadere, anche se nel traffico caotico di Roma non rispetti uno stop mentre viaggi in motorino con il casco slacciato e il walkman “a palla” nelle orecchie.
L’urto con un auto che proviene dall’altra parte è inevitabile. Il casco slacciato vola. La ragazza batte la testa. Ecco che l’invincibilità svanisce in un attimo.
Viene ricoverata d’urgenza in ospedale. L’anestesista si accorge subito che la situazione è critica e, controllando i dati personali della ragazza, si accorge anche che la ragazza altri non è che la figlia del chirurgo che lei conosce molto bene, con il quale lavora ogni giorno a stretto contatto.
E’ un attimo. Avverte suo padre. La reazione dell’uomo è quella di un padre disperato, sgomento per ciò che è accaduto alla sua bambina.
La madre non c’è, è una giornalista free-lance in volo per lavoro e non sa che la figlia giace in gravi condizioni su di un lettino d’ospedale.
Qui ha inizio il libro, anzi direi il lungo monologo del padre che, durante la lunga attesa dell’operazione, rivive la sua intera vita, dal suo incontro con Italia, la sua amante, un incontro avvenuto, prima che la figlia nascesse, in un bar di periferia, una relazione nata da una violenza carnale da parte dell’uomo e sfociata poi in una passione travolgente.
Pagine e pagine di flashback, di ricordi, di rimpianto, di rimorso, di dolore, di tanto, troppo dolore…
Forse non è il momento adatto per me di affrontare questa lettura, fatto sta che questo romanzo mi ha infastidita, pagine e pagine di confessioni eccessivamente dolorose, senza una pausa, senza un attimo per potersi staccare…un fiume in piena di dolore del quale, francamente, adesso come adesso sento proprio di non averne bisogno.
Questo non è il punto più dolente, ce ne sono ben altri…li elenco.
1) Vi pare possibile che un uomo, al quale viene data la notizia che sua figlia è in gravissime condizioni, che ha urgente bisogno di un intervento chirurgico al cervello per rimuovere un ematoma, che rischia la vita, gli viene da pensare solo all’amante? Mah, a me sembra una cosa alquanto inverosimile…
2) Vi pare possibile che una donna che subisce una violenza sessuale da uno sconosciuto, non solo perdona il suo carnefice in un nano secondo ma addirittura s’innamora follemente di lui tanto da concepirci un figlio? Ma la Mazzantini è fuori di cervello? Ma sa cosa significa per una donna subire una violenza? Ma sa quali sono le conseguenze fisiche e psicologiche? Mi sa proprio di no…
3) Come scritto sopra c’è qualcosa che non mi quadra, questi due praticamente neanche si conoscono, lui la stupra, lei s’innamora follemente, finiscono un paio di volte a letto insieme e lei mi parla di storia d’amore? Io la trovo un’offesa all’amore, altro che…
4) Questo libro è pieno di frasi banale, ovvietà che non colpirebbero nemmeno un bambino. Una su tutti? Questa frase:
"Voglio dirti cos'è l'odore di un neonato in una casa, è qualcosa di buono che si attacca alle pareti, si attacca dentro". Roba da Baci Perugina.
E poi tutte quelle frasi esagerate, tutti quegli aggettivi così eccessivamente negativi, quello stile così lento…no, non ci siamo proprio, lasciatemelo dire, questo romanzo è qualcosa di aberrante, sotto tutti i punti di vista, una vera e propria violenza psicologica sul lettore. Sarò esagerata? Oh, è questa la sensazione che ho avuto io…sbaglierò ma è così.
Mi ha dato solo fastidio questo libro, fastidio per lo stile della Mazzantini, esageratamente pomposo e viscerale, per la sua mancanza di rispetto per alcuni argomenti che andrebbero trattati con più delicatezza(anche qui forse sarò esagerata, ma è la sensazione che mi ha dato), fastidio perché trovo la storia veramente poco credibile, fastidio per questo protagonista che rappresenta quella categoria di uomini che non sopporto, fastidio per l’ambientazione, fastidio per tutto…come scritto sopra forse non è’ un periodo adatto per me per affrontare queste letture, fatto sta che questo romanzo è una delle cose più brutte che abbia letto negli ultimi cinque anni.
So che ne è stato tratto un film con Sergio Castellitto…mi verrebbe voglia di vederlo solo per l’immensa bravura dell’attore, ma adesso come adesso non me la sento proprio, devo in qualche modo disintossicarmi da tutto questo dolore e da tutto questo squallore.
Brutto, ma veramente brutto. E squallido, tanto.
Voto: 4