IO VENIA PIEN D'ANGOSCIA A RIMIRARTIAutore: Michele Mari
Data di edizione: 1990
Genere: surreale"La luce della luna rivela il vero volto delle cose, rendendo smorto ciò che è vivo di giorno, e rendendo alla vita ciò ch'alla luce del sole par morto".Io e Leopardi ci somigliamo molto. Penso che, se avessimo avuto la possibilità di conoscerci, saremmo sicuramente andati molto d’accordo, stesso carattere un po’ inquieto e solitario, stesso amore per la cultura, stessa voglia di sfuggire al mondo che ci circonda.
Siamo molto simili io e Leopardi e non è un caso che io l’abbia preso a modello per le mie poesie, in lui rivedo molto me stessa, la mia malinconia, la mia solitudine.
Per me saperlo tramutato in un lupo mannaro da Michele Mari è stato un vero e proprio shock, ma devo dire che, nonostante le mie remore iniziali, questo breve epistolario(perché è di questo che in fondo si tratta) mi ha colpita e, soprattutto, mi ha convinta colui che lo ha scritto, del quale sento ogni giorno meraviglie sul suo conto.
Recanati, 1813.
In un austero palazzo nobiliare vivono tre ragazzi, Orazio, Paolina e Tadegardo Giacomo.
Orazio, protagonista indiretto della nostra storia, da tempo tiene un diario nel quale annota i discorsi e gli atteggiamenti del fratello maggiore, ragazzo tanto brillante quanto inquieto e solitario.
Ogni giorno il giovane Orazio ci racconta la sua vita, il rapporto con questo fratello così sensibile ed emotivo, il suo grande amore per la cultura, fino a quando un lupo comincia a seminare morte e sangue intorno alla loro casa e nel loro piccolo paese.
E’ questo l’inizio di una sorta di romanzo nero, con tanto di delitti efferati e di antiche simbologie che sembrano avere come comune denominatore una singola persona, Giacomo, che di notte sembra proprio trasformarsi in un essere assetato di sangue…
Ha avuto un coraggio non da poco Michele Mari, prendere un personaggio storico e stravolgere completamente la sua storia e la sua vita, immergendola addirittura nel fantastico, non è da tutti(anche perché si rischia davvero molto), però lui è riuscito nel suo “esperimento”, creando dal nulla un romanzo affascinante, dal sapore velatamente gotico, riproponendo un tema tanto amato dalla letteratura, quello del doppio(“Dr.Jekyll e Mr.Hyde, “Il signore di Ballantrae”) in modo originale e raffinato, con uno stile aulico che si sposa perfettamente con la narrazione.
Come l’ha definito qualcuno un piccolo gioiello, una delle opere contemporanee più belle e bizzarre che siano mai state scritte, un’opera che ridà al dark fantasy un po’ di “rispolvero” dopo gli orrori letterari degli ultimi anni(“Twilight” et similia).
Una nota di merito va anche alla casa editrice Cavallo di Ferro…le loro copertine sono tra le più belle e suggestive che abbia mai visto.
Voto: 8