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ZORBA IL GRECO" (1946) di
Nikos Kazantzakis
Zorba è il romanzo. Il protagonista è la voce narrante, lo scrittore che racconta la storia della sua amicizia con quel popolano sessantenne con alle spalle una vita colma di energia che non accenna a diminuire. Però il romanzo è Zorba.
La storia del loro soggiorno a Creta nel tentativo di rendere fruttifera una miniera di lignite, la narrazione dei loro rappporti con gli abitanti del villaggio tanto pittoreschi eppure a volte tanto feroci e capaci di gesti raccapriccianti, permette di creare un contrasto fra la straripante energia carnale di Zorba e la poetica ma passiva intellettualità del narratore.
Un Zorba lo abbiamo conosciuto quasi tutti. E' il tipo che ha viaggiato molto, ha cambiato tante città e donne, e racconta continuamente le sue storie da spaccone che in molti casi sono talmente esagerate da lasciar pensare che le stia sparando. Però, nonostante tutto, si fa finta di credere a ogni dettaglio e lo si lascia parlare perché la sua esuberanza, la sua energia, la sua vitalità sono troppo affascinanti. Gli si perdonano gli eccessi, raccontati da lui sembrano giustificabili anche comportamenti che in genere non apprezzeremmo.
L'incontro fra questi due uomini così diversi è illuminante soprattutto per lo scrittore. Lui trae il maggior guadagno, lui impara a riemergere dai meandri della propria vita fatta di sola contemplazione e studio, lui inizia a comprendere meglio le dottrine che studia e la sua stessa vita alla luce della furente, straripante energia del vecchio Zorba. Lui, lo scrittore, assaggerà profondamente la vita riservatagli dal destino per il suo soggiorno cretese: momenti di gaia spensieratezza e altri di dolore per tragedie assurde o inevitabili. Zorba non deve imparare nulla dallo scrittore: farabutto, spietato eppure capace di essere generoso, privo di ogni ideale ma capace di lottare per una causa (e sempre pronto a mollarla in un attimo) è contraddittorio, talvolta odioso, ma compenetrato nella materialità della vita con un'intensità tale da capirla meglio di chiunque, anche i suoi aspetti più difficili coi quali riesce sempre a trovare una conciliazione.
Una lettura in cui gli eventi, pur presenti, sono secondari rispetto allo spazio infinito dedicato all'introspezione psicologica della voce narrante, in contrapposizione agli aneddoti della vita di Zorba dove c'è spazio solo per le donne, il vino, il lavoro e il buttar tutto per aria e ricominciare, anche senza motivo.
Una lettura che può piacere a chi apprezza i romanzi di formazione fortemente incentrati sull'interiorità dell'uomo e i suoi eterni quesiti sulla vita, la morte, l'amore e la fede nel soprannaturale.
VOTO 8
Edited by LordDunsany - 10/10/2013, 18:01