| GLI ARTIGLI DELLO SQUARTATORE (Hands of the Ripper, 1971, GB) di Peter Sasdy
Eric Porter (Dr. John Pritchard), Angharad Rees (Anna), Keith Bell (Michael Pritchard), Dora Bryan (Mrs. Golding), Jane Merrow (Laura), Derek Godfrey (Mr. Dysart), Marjorie Rhodes (Mrs. Bryant), Lynda Baron (Liz "la lunga"), Margaret Rawlings (Madame Bullard)
Inizio '900, Londra. Mrs. Golding millanta poteri extrasensoriali mediante i quali sarebbe in grado di contattare i defunti e a questo scopo organizza delle sedute per estorcere denaro a ricchi creduloni; in questa operazione è aiutata, forzatamente, dalla giovane Anna, accudita sin da quando era una bimba. Ad una di queste sedute, per scopi prettamente scientifici, sono presenti anche il dottor John Pritchard ed il figlio Michael. Il dottore, seguace delle nuove idee freudiane, sa che le visioni della sensitiva sono fasulle e, mentre lo sta spiegando al figlio, ode un urlo provenire dall'abitazione della medium che hanno appena lasciato. Recatosi presso l'edificio vede il signor Dysart, anche lui presente alla seduta, uscire trafelato; salito al piano superiore trova la medium distesa al suolo, pugnalata a morte; l'impaurita Anna, che la donna aveva "offerto" a Dysart, giace piangente lì accanto. La ragazza viene prelevata ed ospitata dal dottore, il quale vuole scoprire quale sia il mistero celato nella sua mente e guarirla...
SPOILER Quando Anna era una bimba assistette all'uccisione della madre da parte di suo padre, il sanguinario Jack lo squartatore, e ne rimase traumatizzata, tanto che, colpita da un bagliore di un oggetto lucente e subito dopo baciata su una guancia, ancora oggi era colta da un raptus che scateneva la furia dello squartatore ancora racchiusa nel suo corpo. Una prostituta, la sensitiva del re d'Inghilterra, una cameriera ed il dottor Pritchard ne faranno le spese. Nel finale Anna accompagna Laura, la fidanzata cieca di Michael, alla cattedrale di St. Paul; salita sino in cima alla struttura per ammirare i dettagli interni della cupola, Anna ode la voce del defunto padre che la incita all'omicidio ma, mentre sta per procedere all'uccisione di Laura, giunge, morente (da lei precedentemetne ferito con uno spadone), il dottor Pritchard, il quale dall'androne sottostante la prega di raggiungerlo. La ragazza, dopo qualche secondo di smarrimento, si getta nel vuoto e impatta il suolo accanto al corpo del dottor Pritchard ormai deceduto...
Tipico film della Hammer, casa di produzione che in quel periodo furoreggiava; qui viene sfruttata una delle figure classiche dell'immaginario orrorifico, quella di "Jack lo squartatore". La sua frenesia sanguinaria si sarebbe impressa nell'inconsapevole figlia; solo un dottore, sveglio e incline a credere nelle nuove teorie proproste da Freud nel campo della psicoanalisi, potrebbe essere in grado di salvarla. Il prezzo da pagare sarà però molto alto.
Le immagini sono quelle di una pellicola orrorifica "classica" ("Dracula" di T.Fisher, "La maschera della morte rossa" di R. Corman), distanti anni luce da film più o meno contemporanei come "Repulsion" (1965) di Polansky o "L'ultima casa in fondo a sinistra" (1972) di Craven, però presentano i pregi (e i difetti) dei prodotti targati Hammer: interni assai curati, colori buonissimi e molto saturi, scenografie avvolgenti e colonna sonora azzeccata. La trama è piuttosto scontata ma, vuoi per la bravura degli interpreti, vuoi per la discreta atmosfera, vuoi per il discreto numero di uccisioni (di cui almeno una, mediante uno spillone, notevole), è una pellicola che si lascia guardare alla grande e lascia un certo senso di gradevolezza. A mio parere, l'inquadratura finale (preceduta da una scena molto intensa, con una bella musica che ne acuisce il pathos), è addirittura poetica e giustifica la visione dell'intero film. Non un capolavoro, ma decisamente interessante.
VOTO 6,5
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Edited by LordDunsany - 10/10/2013, 18:30
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