AGNES GREY, Anne Bronte

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view post Posted on 24/1/2014, 14:09
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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AGNES GREY

Autrice: Anne Bronte
Data di edizione: 1846
Genere: Drammatico

AGNES-GREY

“Il cuore umano è come la gomma: pochissimo basta a gonfiarlo, e moltissimo non riesce a farlo scoppiare.”


Strano destino quello di Anne Bronte, sorella minore di due grandi scrittrici(Emily e Charlotte) e sempre poco considerata nella sua carriera di scrittrice(in parole povere è sempre stata considerata un po’ una raccomandata…).
Devo dire che, francamente, non la reputo all’altezza delle sorelle, ma trovo che non meriti neanche tutte le critiche ricevute, il suo “Agnes Grey”, pur non essendo assolutamente al livello sublime di “Cime Tempestose”(uno dei romanzi più belli che abbia mai letto in vita mia) e all’alto livello di “Jane Eyre”, è un romanzo che, tutto sommato, è godibile, anche se, detto con tutta franchezza, si poteva fare qualcosa di più.
La storia è molto simile a “Jane Eyre”, una giovane donna, dopo le varie vicissitudini che hanno ridotto la sua famiglia in un grave stato di degrado economico, decide di accettare un lavoro come istitutrice presso una ricca famiglia, venendo così a contatto con un mondo falso, ipocrita, superficiale, così lontano da quei valori nei quali è stata cresciuta dalla sua famiglia.
A differenza delle sorelle Anne non si perde in sogni e racconti d’amore, vede e critica con occhio lucido e serio la società in cui è costretta a vivere, una società in cui conta solo l’apparenza e non l’essere, una società vuota, meschina, menefreghista che, in fondo, non è poi molto lontano da quella in cui stiamo tutti quanti vivendo oggigiorno.
La sua Agnes Grey è una sorta di Elizabeth Bennet ma con occhio più critico, costretta fin da subito a subire le angherie dei nobili(francamente i bambini della prima famiglia li avrei presi volentieri a sberle dalla mattina alla sera, veramente insopportabili…).
Come ho scritto sopra non è un capolavoro, come ho scritto la Bronte poteva osare qualcosa di più, la sua narrazione è piuttosto piatta, lineare, senza pathos, senza emozione, senza un sussulto, ma devo dire che la sua descrizione fredda e analitica mi hanno colpita, la sua Agnes Grey somiglia molto a una qualsiasi donna di oggi costretta a vivere in una realtà dura, in una società che, nonostante il progresso, ha ancora molti pregiudizi saldamente ancorati nei confronti del genere femminile, soprattutto in ambito lavorativo.
Sicuramente non un capolavoro, sicuramente inferiore ai due capolavori scritti dalle sorelle, ma da leggere lo stesso, soprattutto per scoprire una società che, nonostante siano passati due secoli, non si discosta per niente dalla nostra.

Voto: 7
 
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