MEMORIA DELLE MIE PUTTANE TRISTI, Gabriel Garcia Marquez

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view post Posted on 29/12/2014, 20:05
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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MEMORIA DELLE MIE PUTTANE TRISTI di Gabriel Garcia Marquez(2004)

Ha un’età l’amore? Ha una scadenza? Ci si può innamorare anche quando si è giunti alla fine della propria esistenza? La risposta di Marquez è si e non c’è niente di più bello e pieno di speranza di questo…
Un uomo ha da poco compiuto novant’anni. Ha avuto tante donne nella sua vita, ma non ha mai conosciuto l’amore vero.
Alla vigilia del suo novantesimo compleanno, decide di concedersi un ultimo capriccio, quello di trascorrere una lunga notte d’amore con una giovane vergine. La scelta ricade su una ragazza di appena quattordici anni di nome Degadina, che lavora come operaia presso una fabbrica tessile.
Gli incontri notturni con questa ragazza saranno per lui motivo di riflessione sulla sua esistenza, su quella che è stata la sua vita, su tutto ciò che poteva essere e non è stato, sul tempo sprecato inutilmente, su quello che non sarà mai più, perché ormai è troppo tardi…giorno dopo giorno in lui nascerà un sentimento molto forte per questa fanciulla, un sentimento profondo mai provato in vita sua, un sentimento che si chiama amore, arrivato troppo tardi dopo una vita lussuriosa, ma totalmente priva di sentimento.
Qualcuno lo ha definito l’ultimo capolavoro di Marquez e non posso che essere d’accordo con lui, un racconto lungo dolce, malinconico e tanto, tanto triste…una storia a metà strada tra onirico e reale, una storia che somiglia molto a un altro capolavoro della letteratura mondiale, “la casa delle belle addormentate” di Kawabata, una storia di solitudine, di rimpianto, di tristezza per quel tempo che se ne va e non torna più indietro, per quel tempo che abbiamo sprecato inutilmente…alla fine Marquez ci da un monito, quello di non sprecare la nostra vita e il tempo che abbiamo a disposizione, di non lasciarci abbindolare dalla materialità dei gesti e delle emozioni, perché non c’è nulla di più terribile che ritrovarsi un domani da soli, del voltarsi indietro e di vedere solo rimpianti e amarezza, del vivere una vita vuota…
Una storia di una dolcezza disarmante, un racconto d’amore assoluto che mi ha fatto piangere come non mai…mi dispiace per chi non l’ha compreso, per chi ha scambiato un amore puro e innocente per un atto di pedofilia, ma in questi tempi così materiali, così poveri di sentimenti, così superficiali non c’era che da aspettarselo…
Una lettura che dedico e che consiglio a chi si sente solo...

“Non morire senza aver provato la meraviglia di scopare con amore”
“Fa quello che vuoi, ma non perdere quella creatura” mi disse “Non c’è peggiore disgrazia che morire da soli”.
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Voto : 7.5

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