IL PENSIONANTE - THE LODGER (1927), Alfred Hitchcock

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view post Posted on 24/1/2017, 19:23
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Sapiente Malizioso
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Il pensionante (The lodger: a story of the London fog, 1927, b/n, muto) di Alfred Hitchcock
Marie Ault (Signora Bunting), Arthur Cresney (Signor Bunting), June Howard Tripp (Daisy Bunting), Malcolm Kee (Fidanzato di Daisy), Ivor Novello (Jonathan Drew, il pensionante)

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In una Londra avvolta dai fumi della nebbia un assassino, che si firma "il vendicatore", uccide donne bionde sempre il martedì. E' alto, veste di scuro e ha una sciarpa che gli copre il viso. I giornali tengono costantemente aggiornati i preocupatissimi cittadini. Un uomo, Jonathan Drew, si presenta dai coniugi Bunting per aver in affitto una camera; egli è piuttosto misterioso e schivo e Daisy, la figlia dei locatari, non potrà fare a meno di invaghirsi di lui. Gli omicidi proseguono e il fidanzato di Daisy, funzionario di polizia, comincia ad avere un sospetto...

Non mi aspettavo di vedere una pellicola di questo tipo con la firma di Hitchcock in calce. Il b/n gli si confà particolarmente e il muto gli dona quell'aria di oggetto "antico" che non guasta. Sono di due differenti tipologie gli elementi che mi hanno sorpreso: la prima è l'evidente, stretto, legame di questo Hitchcock a inizio carriera con il cinema espressionista tedesco; certe inquadrature dal basso verso l'alto, le minacciose ombre proiettate nelle camera della madre della protagonista, i finestroni dell'ospedale, la ripresa dall'esterno della porta del salone da ballo nel flashback finale, le strette inquadrature sui volti, anche quelli maschili truccatissimi, dei protagonisti. Non ho potuto non scorgerci tratti comuni con Murnau. La seconda tipologia riguarda la modernità di certe scene unita alla presenza degli stilemi che renderanno riconoscibile il cinema di Hitchcock. La scena nella quale i protagonisti guardano il lampadario muoversi poichè al piano superiore l'inquilino cammina per la stanza mentre lo spettatore, cioè noi, vede attraverso il pavimento, come fosse una vetrata, Ivor Novello camminare nervoso per la camera, è di una modernità sconcertante. L'inquadratura delle scale dall'alto (elemento che diverrà iconico nel cinema hitchcockiano), anch'essa mutuata dal cinema espressionista tedesco, con la mano di Novello che scorre sul corrimano accompagnando la propria discesa, è strepitosa. Hitchcock vi innesta poi gli elementi del crimine misterioso, dell'ambiguità del personaggio principale, del dubbio su chi sia o meno l'assassino, del sottile confine tra bene e male e il celeberrimo McGuffin (la figura dello squartatore è mero pretesto, non si vede mai all'opera, ne abbiamo notizia dai giornali). C'è pure una leggiadra storia d'amore condotta senza eccessi. Il ritmo non è vertiginoso e all'inizio si fa un poco fatica a capire (forse perchè i cartelli con i discorsi diretti e le spiegazioni sono poco numerosi) però è una visione meritevole che aiuta a capire da dove provenga la fortuna di uno dei più grandi registi di sempre. Io ho visionato una versione con musica proprio ben fatta realizzata e composta da Vito Cassano per una proiezione del film a Berlino nel 2013. Promosso.

VOTO 6,5
 
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Amélie Verne
view post Posted on 25/1/2017, 21:45




Interessante questo Hitchcock muto in b/n! non lo conoscevo... lo visionerò sicuramente! :P
 
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1 replies since 24/1/2017, 19:23   35 views
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