Pelham 123-Ostaggi in metropolitana (USA 2009)
Un film di Tony Scott, con Denzel Washington, John Travolta, John Turturro, Luis Guzmàn.
Siamo a New York, città fumosa, caotica, nervosa. Un treno viene dirottato da Pelham Bay, 18 passeggeri vengono presi in ostaggio nel vagone locomotore, i rapitori chiedono al sindaco dieci milioni di dollari come riscatto, da consegnare entro 60 minuti esatti: per ogni minuto di ritardo, un ostaggio verrà ucciso.
La lotta tra bene e male, i profili accennati delle vittime, le negoziazioni; tutto dà l’aria di un film banale, già visto, senza nulla di nuovo.
Eppure devo dire che il maestro Tony Scott (alla faccia del fratello) riesce a confezionare un buon prodotto.
Viene sviscerato il rapporto tra il criminale raffinato e cattolico Ryder (John Travolta) e l’antieroico impiegato della stazione Garber (Denzel Washington), uno scontro verbale ai limiti del reale, un dialogo nervoso, ironico, destabilizzante, e chiave di volta della pellicola.
Ryder è convinto, come ogni “cattivo” che si rispetti, d’essere nel giusto, ed elabora il suo piano con meticolosità (psicopatica): è un ex azionista a Wall Street, ed in borsa ha imparato a ragionare, calcolare, prevedere le mosse altrui con estrema puntualità.
Garber è un uomo intelligente, perspicace, accusato di aver preso una tangente da una compagnia di trasporti nipponica e in attesa di giudizio; egli vive quest’esperienza come un modo per riscattarsi dalle sue colpe, per redimersi agli occhi della ditta per cui lavora ma soprattutto per riacquistare fiducia in sé stesso, e si impegna strenuamente per contribuire alla salvezza dei malcapitati rinchiusi nella buia metro newyorkese.
L’aspetto interessante è lo stile che Scott adotta per questo film: inquadrature tagliate, molte visioni panoramiche, vertiginose, scene molto movimentate, confuse, il tutto contribuisce a rendere adrenalinico il plot, come sua buona abitudine.
Remake di un cult anni Settanta, “Il colpo della metropolitana”, questo action-movie ha il pregio di dipingere a tinte fosche l’atmosfera che si respira nella New York di oggi, un clima di continua tensione, paura, sospetti. Poco sogno americano, molto incubo terroristico.
Ottima performance di Denzel Washington, che durante tutto il film adotta un’ espressione a metà tra il panico e il coraggio, mentre tu ti auguri che alla fine possa tornare a casa dalla moglie, sano e salvo.
Notevole John Travolta, perfetto nel ruolo del pazzo assetato di denaro, persino simpatico ogni tanto, quasi fa tenerezza, se non fosse che ucciderebbe chiunque, giustificandosi col triste detto “prima o poi tutti dobbiamo morire”.
Scena difettosa: la telefonata strappalacrime tra Garber e la moglie, dettaglio banale per dare umanità al contesto. Peccato, perché non si sentiva minimamente la mancanza di un qualsivoglia romanticismo.
VOTO 6.5Edited by LadyTriffide - 15/10/2009, 11:16
): evidenzi che Tony è meglio di Ridley, aggiungi che la scena strappalacrime non serviva, che si vuole di più? Direi che non sembra essere malissimo, magari recuperato a gratis su qualche sito potrebbe strappare una visione. 
