LA RAGAZZA DELLO SPUTNIK, H.Murakami

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view post Posted on 20/11/2009, 11:42
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Sapiente Malizioso
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"LA RAGAZZA DELLO SPUTNIK" di Haruki Murakami
Romanzo, 1999, Einaudi, pag. 236

Ed è arrivato il giorno di commentare il mio primo “Murakami”; da tempo ci giravo attorno, un gradito regalo me ne da l’occasione. Mi ci sono accostato con entusiasmo misto a cautela, com’è sempre dovuto ad autori che non conosco, ma tenendo presenti i molti commenti letti/ascoltati che coprivano una gamma che andava dal bello al meraviglioso.
Sumire (ovvero Violetta) è una ventiduenne che vuol diventare scrittrice; non sa cucinare, è stonata, smemorata, timida, quasi senza amici, l’unica eccezione è rappresentata da un ex compagno d’università di poco più grande (ora maestro elementare), con cui lei si confida sovente, negli orari più improbabili, dalla cabina di un telefono vicino casa. Sumire non ha ancora ben capito quale sia la sua direzione, scrive molto ma non termina nulla (“Non ho prodotto nessun cristallo, e mi ritrovo in mano dei sassi”), non ha mai avuto un vero rapporto coi genitori, né sembra tanto interessata al genere maschile. Accade che ad un matrimonio Sumire incontri Myu, la ragazza dello Sputnik del titolo, splendida e ricca trentanovenne, e parlando di scrittori della “Beat Generation” le due fanno immediata amicizia; Myu offrirà un posto da segretaria alla ragazza. Da questo momento comincia un cambiamento nella vita di quest’ultima, la quale si accorge, per la prima volta nella sua vita, d’esser innamorata e per giunta della sua benefattrice. Si concretizza anche un viaggio d’affari in Europa, con tappa su un’isoletta vicino Rodi..

Non so veramente se il mio giudizio sia corretto, dovrei probabilmente leggere altro, però l’impressione che ho avuto non è quella che ho percepita nella stragrande maggioranza delle altrui recensioni. La semplicità delle parole incastonate in periodi ben congegnati, la fluidità del testo ben scritto e i vari ammiccamenti che rendono il lettore complice, m’hanno ricordato molto il modo di scrivere di Easton Ellis (benchè quest’ultimo sia più “schietto”, meno cerebrale). Se dovessi definire con un solo termine questo libro mi verrebbe in mente una sola parola perfettamente calzante: “amichevole”. Ho avuto come l’impressione che un vecchio amico (il maestro elementare/Murakami) mi stesse raccontando un’interessante storia, in cui azioni, riflessioni e dialoghi tra i personaggi fossero sapientemente miscelati per il mio personale piacere. Murakami omaggia la bellezza dell’Italia, ma anche della Francia e della Spagna; è evidente il suo amore per i vini, il cibo e le belle città. Certo, ogni tanto il narratore si autocompiace, inserisce colte citazioni musicali e non, ma questo non inficia la bontà del prodotto. Ma, c’è sempre un ma, una sorta di leggero disagio aleggia e man mano si fa sempre più forte e si concretizza, soprattutto nella seconda parte, nelle elucubrazioni mentali di Sumire, le quali divengono troppo presenti e pesanti. Infatti, dalla lettura dei documenti in poi, lo svolgimento si fa più greve, meno interessante, persino l’eccitazione per la scoperta del passato di Myu resta bassa; nel romanzo viene inserita una dimensione parallela, onirica, della quale non ho onestamente capito la funzione/fruizione. Perché questo espediente? Si passa da un romanzo realista ad uno, inaspettatamente, grottesco. Tutto viene fagocitato da un grigiore generale, le spiegazioni latitano, ci si avvia verso un nebuloso finale dove nessuno è contento, né i protagonisti del libro né noi lettori, ignari compagni di viaggio.. Buonissimo fino a metà, crolla da lì in poi. Mezza delusione.

VOTO 6

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© Tutti i diritti riservati (Novembre 2009)
 
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Baba1989
view post Posted on 20/11/2009, 20:15




Una recensione decisamente fuori dal coro, e per questo molto interessante! :ani-11aquarius.gif:
Murakami mi attira da tempo, a dire la verità, complici anche i tanti commenti estasiati che ho sempre letto a riguardo; sono stupita dunque dai difetti da te illustrati. Credo leggerò comunque qualcosa di quest'autore, per sperimentarlo e soddisfare la mia curiosità, ma tengo presente una possibile delusione! Insomma, sei stato chiarissimo, un crollo a metà romanzo non è cosa da poco..
Comunque complimenti, splendida recensione come sempre. :clapping.gif: ^_^
 
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LadyTriffide
view post Posted on 21/11/2009, 15:02




Riprendo il commento messo su Anobii...che pigrona :P dicendo che a questo punto direi che l'interesse che nutrivo per il nipponico si è andata a farsi benedire :)
Non proverò nemmeno a cimentarmi nella lettura...
A parte questo, complimenti davvero per la forma ineccepibile con cui hai scritto questa recensione! :clapping.gif:
 
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view post Posted on 25/11/2009, 16:46
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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Anch'io non sono per niente ispirata da questo autore(sarà stata la mia precedente fallimentare esperienza con la Banana Yoshimoto?), però come scritto su Anobii questa tua splendida e unica recensione mi invoglia a leggerlo((io poi quando leggo recensioni così belle, anche se sono negative, sento subito una forte attrazione nei confronti del libro...per la Tamaro, Primo levi e il gabbiano livingstone è stato così).
Voglio provarci.
 
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view post Posted on 26/11/2009, 01:24
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Sapiente Malizioso
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Simona, ma è stranissimo! Se ne scrivono male a te vien curiosità? Visto che precedentemente c'ho preso, cosa ti fa presupporre che stavolta sia differente? :)
Guarda, la seconda metà del libro perde moltissimo.. :(
Facci sapere..
 
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view post Posted on 11/3/2011, 18:39
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La mia passione per Haruki Murakami si sta ormai con il tempo consolidando sempre più…settimana dopo settimana, giorno dopo giorno ho sempre più voglia di leggere qualcosa di suo.
Posso dire di essermi innamorata di lui, del suo stile di scrittura così triste, melanconico, onirico, che, per predisposizione caratteriale, sento mio.
Le sue descrizioni mi affascinano, mi trasportano in un mondo lontano, purtroppo in questo momento devastato da un cataclisma naturale, in un posto totalmente diverso dove sto vivendo questa mia misera esistenza e nel quale desidererei vivere più di ogni altra cosa.
La storia di questo suo bel libro è molto semplice, il classico triangolo d’amore, se così lo si può definire.
Lui, un ragazzo senza nome, è innamorato follemente di una sua coetanea, Sumire, una ragazza delicata e sensibile, cresciuta con il mito di Kerouac.
Sumire però non ricambia questo sentimento, gli vuole bene, lo stima, nutre un profondo affetto per lui, ma non lo ama, non ci riesce perché è innamorata di un’altra donna, Muy, una splendida e matura donna di origine coreane.
Anche lei è attratta da Sumire, ma non riesce a concedersi a lei, anche se lo vorrebbe sopra ogni altra cosa, non può farlo perché dentro di lei è nascosto un segreto, un avvenimento misterioso del suo passato che le impedisce di amare, di essere parte integrante del mondo.
Murakami ha un dono: ha la capacità innata di essere profondo con semplicità, senza mai risultare banale agli occhi di chi lo legge.
In questo libro ci descrive una delicata storia d’amore saffica tra due donne completamente diverse tra loro, da una parte la dolce, sensibile, fragile Sumire, sempre alla ricerca di sé stessa e di qualcuno che l’ami, che la protegga, che la faccia sentire sicura, dall’altra la matura Sumire, una donna forte indipendente, ma con un segreto che pesa sulla sua anima come un macigno, con una dolcezza, una raffinatezza e un eleganza di cui solo un orientale può essere capace.
Ci sono molti punti che mi hanno colpita al cuore, molte frasi che mi hanno fatta riflettere molto, come il concetto di solitudine che Murakami esprime spesso durante la narrazione, solitudine e senso di malinconia che porto dentro di me fin da quando sono venuta al mondo, una solitudine che accompagna i tre protagonisti Sumire, incapace di aprirsi al mondo, di affrontare la vita con coraggio, di lasciarsi andare alle gioie della vita, la solitudine, Myu, incapace di amare, di provare emozioni, di essere donna, il ragazzo senza nome, incapace di avvicinarsi realmente alle persone, ma di guardarle solo in superficie.
Per Murakami siamo solo dei satelliti, destinati per tutta la vita a fare dei percorsi solitari, senza legarci mai a nessuno, senza incontrare il nostro cammino con altri, senza mai sfiorarci, toccarci, avvicinarci, se non solo per un effimero momento.
E ha ragione, purtroppo, perché alla fine si può contare solo su se stessi.
Dobbiamo essere forti, possiamo esserlo, ma da soli.

Voto: 7
 
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view post Posted on 12/3/2011, 01:31
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Sapiente Malizioso
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D'accordo Simo, poesia, un sacco di sensazioni, ma lo sviluppo concreto del libro? Dall'isola di Rodi in poi non ha senso, nessun senso, fine della trama; questo è giusto considerarlo, non si può far finta di niente perchè Murakami scrive bene e attrae con la sua delicatezza e stravaganza di situazioni..
 
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view post Posted on 31/3/2011, 14:39
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Hai ragione Cris, mi sono lasciata trasportare, come al solito, dall'emotività. :)
E' un libro che parte alla grande, ma arrivato a metà s'interrompe come un giradischi difettoso.
Non è il migliore di Murakami, anche alla luce di quel che ho letto in seguito(la raccolta "Tutti i figli di Dio danzano, per esempio, che consiglio di leggere a chiunque volesse approcciarsi per la prima volta a questo autore).
 
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7 replies since 20/11/2009, 11:42   1353 views
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