LA PRINCIPESSA MONONOKE(Giappone 1997) di Hayao Miyazaki
Una fiaba dai toni crudiGiappone, era Muromachi (1392-1573).
Ashitaka è un giovane guerriero del quasi estinto clan degli Emishi che, un giorno, è costretto a uccidere un mostro per salvare il proprio villaggio.
Più tardi scoprirà che, in realtà, quella creatura non era altro che un demone e che lui, uccidendolo, ha attirato su di sé una maledizione simboleggiata da una cicatrice sull’avambraccio destro che, lentamente, si espande per tutto il suo corpo.
Così il giovane è costretto a intraprendere un viaggio per scoprire il mistero della maledizione e per cercare così un modo di sconfiggerla.
Nel corso del suo viaggio incontrerà Mononoke San, una ragazzina selvaggia allevata dai lupi che lo aiuterà a compiere la sua missione.
Una fiaba dai toni crudi, così si può sintetizzare questa bellissima opera del maestro Miyazaki.
E soprattutto un’opera che si discosta completamente dal suo solito stile…Mononoke non è la solita fiaba surreale che Hayao ci ha sempre proposto, ma un vero e proprio capolavoro, un racconto di crescita, che tratta di guerra, di auto-distruzione, d’incomprensione, di mancanza di comunicatività.
Inoltre è uno dei film più crudi del maestro, non mancano buone dosi di violenza e di sangue, anche se non particolarmente eccessive.
E come sempre ritroviamo gli elementi tanto cari al maestro: non c’è una divisione netta tra buoni e cattivi(topos questo tipico dei cartoon americani), viene esaltato il valore dell’umanità e soprattutto Miyazaki non si lancia alla fine in solite e banali morali, ma lascia allo spettatore il compito di comprendere il film senza alcuna spiegazione da parte sua.
Uno dei lavori più sublimi del maestro giapponese, più completi, non adatto a tutti magari, ma comunque meraviglioso.
Due ultime parole sul finale: vi lascerà dentro un profondo senso di speranza o un grandissimo amaro in bocca, secondo come lo intendiate voi.
Non è un happy-ending, vi avverto, ma vi farà sognare lo stesso.
Voto: 8