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tiresia5
view post Posted on 2/5/2011, 08:30




Source code (USA 2011)
Un film di Duncan Jones. Con Jake Gyllenhaal, Michelle Monaghan, Vera Farmiga, Jeffrey Wright, Brent Skagford

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Più soldi, più pubblico, meno inventiva, ma sicuramente almeno poca banalità.

Il nuovo film di Duncan Jones si apre con spettacolari vedute di Chicago che accompagnano i titoli di testa e restituiscono la vertigine delle metropoli moderne per poi chiudersi, letteralmente, in ambienti angusti e soffocanti da cui non si può scappare. Preciso in molti punti, questa volta si parla di realtà parallele, dei multiversi, ma anche della costruzione del reale effettuato dal cervello secondo gli stimoli che riceve, della possibilità di avere altre occasioni e di ricominciare.
Jones coniuga un piccolo giallo alla ricerca del colpevole, con una colonna sonora molto Hermanniana, con il vero quest del film: la verità da scoprire non riguarda propriamente terroristi e bombe, ma se stessi. Come in Moon il personaggio è intrappolato in un ingranaggio che lo sdoppia, anzi lo moltiplica, in una dimensione parallela e gli nega la verità su se stesso: ancora Dick dunque, con il senso di morte che permea tutti (e si muore sempre tante volte in maniera molto realistica) e un lato cospiratorio e politico che si svela piano piano. Se non è proprio una variazione sul tema, sembra però che il nocciolo di cosa sia l'uomo, cosa siano i ricordi, le relazioni e la coscienza, come questi possano essere manipolati e distorti, come sia intangibile e precario il reale è il senso dominante della ancor breve cinematografia di Jones. Interessante.
Bravi gli attori, con la Farmiga che sostituisce il computer di Moon mostrando il lato umano dell'istituzione militare.

Eppure Moon aveva dalla sua una poesia visionaria davvero forte, una impronta visiva molto robusta. Qui forse la pecca è nell'aver prestato meno attenzione a questo aspetto.

VOTO 6,5

Edited by LadyTriffide - 2/5/2011, 14:40
 
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LadyTriffide
view post Posted on 2/5/2011, 13:46




L'ho visto venerdì sera è l'ho trovato esaltante, ormai è una rarità vedere film di fantascienza di questo genere!
 
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tiresia5
view post Posted on 3/5/2011, 08:00




Con film del genere bisogna accettare ad un certo punto l'incoerenza, altrimenti è come giocare ad un gioco senza accettarne le regole.
Però in alcuni punti è molto preciso: la realtà ricreata dal cervello dagli stimoli indotti all'esterno (è quello che fa il nostro cervello tutti i momenti della nostra esistenza), la teoria dei multiversi è una teoria sì, ma significativamente accettata e studiata in quanto tale da fior fior di fisici.
In Jones c'è una certa insistenza nella carnalità e nella finitezza dei suoi protagonisti: muoiono sempre, ripetutamente e soffrono fisicamente, come se tutta la digitalizzazione, l'ipertecnoloogia, la computerizzazione fosse sconfitta dal corpo. Tutte le loro alternative, ricominciano sempre una nuova vita che è immancabilmente breve (Moon tre anni, qui 8 minuti), sono la proiezione di un desiderio sconfinato di farsi perdonare, di trovare pace e avere un'altra occasione per espiare una colpa. Cerca di indagare cosa sia la coscienza, cosa sia la coscienza dentro un corpo, cosa sia reale nell'uomo, ma i suoi "eroi" sono sempre medi medi, lo scenario è banalissimo, la quotidianeità è il loro vero orizzonte.
Certo l'ho trovato troppo prono al botteghino, soprattutto nel finale, ma la storia è comunque non banale: l'apice del climax è a metà film e nonostante ciò lo si segue con piacere.

 
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view post Posted on 17/5/2011, 15:46
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Sapiente Malizioso
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Premessa: il commento, anzi l'esegesi del film da parte di Tiresia è sicuramente di valore, ma "scava" troppo per i miei gusti prosaici :) Indubbiamente ci sono diversi spunti su cui concordo, ma quando vedo un film come questo mi appresto semplicemente a veder un film di fantascienza che deve funzionare a menadito, pena immancabili critiche. Paola tu dici che con "film del genere" (con genere intendi "fantascienza" o con tematiche di questo tipo?) occorre accettarne l'incoerenza, allora facendo un ragionamento generale (in caso ti riferissi al "genere fantascienza") ti chiedo: quindi "vale tutto" e film come "The Island" potrebbero esser reputati capolavori? :) :)

SPOILER
Ora due paroline su quel che è parso a me (senza approfondire la poetica del regista, nè indagare troppo sul significato ultimo del film): m'è sembrata una pellicola più che discreta, intrattiene, fa riflettere il minimo che serve. L'idea di base non è male, tutto fila (o quasi) liscio; certo l'elemento che muove la vicenda, la possibilità di creare un reiterato spostamente nel tempo è tutta da verificare; l'azione, non smargiasssona, è gradevole, il finale zuccheroso ma ci poteva stare. La fotografia l'ho trovata così così, colori non del tutto convincenti (non so quanto fosse un effetto voluto); Jake è nella parte così come come la bella Michelle Monaghan. Questo prodotto m'ha ricordato altri due film "Ricomincio da capo" e "L'esercito delle 12 scimmie"; infatti il ripetersi della scena di base è più o meno sempre lo stesso e alla quarta volta mi sono domandato: "quante volte dovrò ancora rivedere questa parte?" :) Del film di Gilliam non ha lo stesso "fascino" ed è più "pulito" nelle immagini, però il "condizionamento mentale", la costrizione nel comportamento, il viaggio nel tempo con precisa "missione" me l'hanno ricordato. In definitiva non un capolavoro ma il figlio di Bowie sembra avere stoffa e non vedo l'ora di godermi "Moon" :ani-11aquarius.gif:
 
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tiresia5
view post Posted on 17/5/2011, 17:16




ma lord, The island non è brutto perchè incoerente, è brutto perchè è brutto, punto.
Dico che bisogna stare al gioco se non tutto funziona, infatti dove è finita l'anima del professore, l'unico che mi sembra muoia davvero? L'incorenza è un dato di fatto accettabile se non è un film pallonaro e incredibile: ossia date certe premesse, che possono essere pure fantascientifiche, quindi possibili per quanto improbabili, se non tutto funziona va bene lo stesso perchè si sta parlando del possibile, non del reale e nel raccontare il possibile si può peccare di precisione.
La teoria dei multiversi, dei salti temporali non è spiegata, e bene fa, perchè sono teorie che devi accettare per andare avanti, è come se lui disponesse le regole: facciamo finta che si possa saltellare nel tempo, come?, più o meno così, ma non andiamo per il sottile, accettato questo ti racconto una storia che dipende da quella premessa (liberi tutti di non credere alla premessa, ma se ci credi devi crederci così com'è, necessariamente approssimativa)
 
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view post Posted on 18/5/2011, 22:38
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Sapiente Malizioso
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Mmmm, non concordo, "The island" è brutto perchè è incoerente, sceneggiato coi piedi, con azione troppo baraccona.. :D ;)
Per il resto grazie per aver chiarito il tuo punto di vista riferito a questo tipo di film.. :D
 
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5 replies since 2/5/2011, 08:30   73 views
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